Permacultura: un’altra eccellenza cubana

Il Centro Studi Italia Cuba, attento ad ogni espressione dell’intelligenza e non solo ai più classici settori dell’arte e della cultura, ha fin dall’inizio della sua attività guardato con grande interesse e curiosità all’attenzione che Cuba rivolge alla natura e all’agricoltura, per almeno due motivi. Il primo è che la sensibilità del continente latinoamericano nei confronti della terra è sicuramente diversa e più alta della nostra, paesi del cosiddetto “Primo Mondo”; il secondo è che Cuba, costretta da anni ad affrontare con arguzia ogni situazione per compensare le condizioni di ristrettezza imposte dalla guerra economica di cui è vittima, ha elaborato una particolare sensibilità mista di attenzione e rispetto per la terra e per gli uomini che non può non sorprenderci. E infatti, è inutile dire che, anche in questo settore, Cuba ha qualcosa da raccontare.
Il nostro Centro Studi ha collaborato con le istituzioni e le organizzazioni cubane in occasione dell’ultima bella e importante edizione di Terra Madre 2018 (vedi: Il Centro Studi Italia Cuba a Terra Madre 2018) e grazie ai delegati che abbiamo accompagnato in molte occasioni per presentare la loro attività, abbiamo avuto il piacere di approfondire i temi collegati alla permacultura che, adesso, proviamo a spiegarvi…

Permacultura, definizione
La Permacultura è la progettazione – e il successivo mantenimento – di habitat umani sostenibili e sistemi agricoli che imitano le relazioni esistenti nei modelli naturali. La parola permacultura è una contrazione dei termini “permanente” e “coltura”, o anche “cultura”. In ogni caso, la parola “permacultura” racchiude in sé il significato di cultura – o coltura – stabile e duratura. Gli assi portanti del concetto di permacultura sono la produzione di cibo, l’autosufficienza o addirittura la produzione di energia, la progettazione del paesaggio e l’organizzazione di strutture e infrastrutture sociali. La permacultura comprende ovviamente il ricorso alle energie rinnovabili e l’attuazione di processi con uso sostenibile delle risorse a livello ecologico, economico e sociale.

Storia
La permacultura è stata sviluppata negli anni ’70 dagli australiani Bill Mollison e David Holmgren in risposta ai problemi dell’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria conseguenti ai sistemi agricoli e industriali esistenti. I due studiosi raccolsero le antiche pratiche e le incrociarono con le moderne conoscenze sulle piante, sugli animali e sui sistemi sociali, aggiungendo alcune idee originali. Sebbene molti aspetti che oggi sono propri e tipici della permacultura fossero già noti, la novità importante e la vera “rottura” rispetto alla conoscenza consolidata, fu il nuovo modello generale a cui la permacultura si ispirava. A differenza di altri sistemi agricoli moderni, la permacultura si basava interamente sull’ecologia, e i suoi risultati sono stati un nuovo modo di sostenere e arricchire la vita senza il degrado ambientale e sociale dei nostri sistemi, senza “consumare” la natura.
Fin dalla sua nascita, alla fine degli anni ’70, la permacultura è stata definita come una risposta positiva alla crisi ambientale e sociale che viviamo. Secondo Bill Mollison, la permacultura riguarda il modo di progettare insediamenti sostenibili, è una filosofia e un modo di usare la terra che combina microclimi, piante stagionali e perenni, animali, suolo, uso dell’acqua e necessità umane per creare comunità produttive e coese.

Obiettivi
La permacultura è un sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani sostenibili. L’obiettivo è creare sistemi ecologicamente solidi ed economicamente fattibili, che producano ciò che è necessario per soddisfare le specifiche necessità e che non sprechino le specifiche risorse delle comunità e non le contaminino, e che quindi le preservino.
La permacultura usa le qualità intrinseche di piante e animali insieme alle caratteristiche naturali dei diversi ambienti e strutture per produrre un sistema di supporto alla vita, indifferentemente nelle città, in campagna o nel più piccolo spazio disponibile.
La base della permacultura è l’osservazione degli ecosistemi naturali con gli occhi della saggezza ancestrale dei popoli primitivi insieme a quelli della conoscenza scientifica. Sebbene sia fondata su modelli originalmente ecologici, la permacultura mira a creare un sistema di ecologia coltivata in grado di produrre più cibo di quanto la natura stessa non sarebbe già in grado di fare.
La permacultura sfrutta tutte le risorse e il maggior potenziale di ogni elemento del paesaggio, oltre al maggior numero di elementi di ogni spazio, verticale e orizzontale. Gli eccessi o i rifiuti prodotti da piante, animali o dalle attività umane, vengono riutilizzati a vantaggio di altre parti del sistema. Le colture e la scelta della destinazione dei terreni sono progettate per sfruttare l’acqua e il sole, oppure per proteggere altre colture. Si ricorre ad abbinamenti particolari di alberi, arbusti e piante rampicanti che si nutrono e si proteggono a vicenda. Specchi d’acqua e altri elementi sono costruiti per sfruttare la grande diversità di attività biologica nell’interazione degli ecosistemi.
La permacultura non si occupa solo di coltivazioni, ma è anche un modo di vivere. La permacultura è un insieme di principi etici, come la cura delle persone o la condivisione di risorse. Non tratta solo di come ottenere il cibo, ma anche e soprattutto di persone che lavorano insieme e si prendono cura l’una dell’altra. La permacultura può essere applicata a tutti gli aspetti della vita umana.

Caratteristiche principali
La permacultura è un sistema per creare insediamenti umani sostenibili integrando progettazione ed ecologia; è una sintesi della conoscenza tradizionale e della scienza moderna applicabile nel mondo sia rurale che urbano; usa i “sistemi naturali” come modello per lavorare in simbiosi con la natura e imitarla, per progettare ambienti sostenibili – così come le infrastrutture sociali ed economiche – che producano ciò che può soddisfare meglio le necessità umane fondamentali.

Etica e Filosofia
La permacultura è guidata dal principio etico del rispetto della terra e delle persone. Lavora con la Natura, non contro. Chi pratica la permacultura, pensa prima di fare, dedica tempo a immaginare il modo migliore per fare le cose. Una scelta ben studiata può far risparmiare tempo ed energia a lungo termine.

Le pratiche
Seminare usando il minimo spazio disponibile. Il principio può essere spinto fino addirittura alla dimensione domestica, creando sistemi di piante e animali anche sul balcone, nel cortile, sui muri e sui tetti. In altre parole, la permacultura può anche usare spazi che altrimenti non sarebbero utilizzati.
La diversificazione è molto importante: la permacultura punta alla biodiversità del sistema (il frutteto, il campo, l’orto, l’abitazione) e la coltiva intensamente. È importante avere un po’ di tutto, così da non dipendere mai troppo da qualcosa in particolare e che non vi sia nessuna coltura indispensabile. Questo principio dovrebbe valere anche per le persone che lavorano nel sistema e per la relativa assegnazione dei compiti, e poi anche per le fonti d’acqua, e le specie di piante e animali. È bene anche piantare diverse varietà delle stesse specie vegetali, magari utilizzando diversi nutrienti, così da produrre frutti in tempi diversi ed eventualmente soddisfare i bisogni di altre coltivazioni, così da aumentare la probabilità che crescano anche in condizioni climatiche diverse, o possano almeno in parte resistere ad eventuali attacchi di parassiti o ad altre criticità naturali.
La selezione delle piante deve includere varietà precoci, medie e tardive per avere una produzione continua, eventualmente supportata da buone pratiche di conservazione. Particolare cura e attenzione vanno poste anche per la conservazione e la riutilizzazione dei semi.
Tutti gli elementi del sistema dovrebbero “funzionare” in più direzioni. Ad esempio, i polli non solo depongono le uova, ma eliminano anche i parassiti, aerano il terreno, producono compost, producono altri polli che si possono mangiare. Nello stesso modo possiamo pensare anche agli altri elementi come il vento, l’acqua, eccetera, e a come usarli nel sistema. Una possibile idea di trasformazione da potenziale elemento avverso a elemento “funzionale” potrebbe essere l’acqua piovana: piuttosto di vederla come un rischio per le inondazioni, si può canalizzare e dirigere verso serbatoi o aree che normalmente non sono irrigate e che possono quindi trarre beneficio dall’acqua in eccesso.