In arrivo una nuova zarzuela: la fine del declino del genere?

Verónica Lynn e Hilda Oates nella commedia Santa Camila de La Habana Vieja, del Teatro Estudio. Foto: Pedro Beruvides

di Pedro de la Hoz, 22 febbraio 2022
Traduzione a cura del CENTRO STUDI ITALIA CUBA

In questi giorni è circolata una notizia che promette bene: la prima assoluta della zarzuela Santa Camila de La Habana Vieja , al Teatro Nazionale, venerdì 25 e sabato 26 febbraio alle 19:00, e domenica 27 alle 5:00 del pomeriggio.
Sotto la direzione artistica dell’instancabile promotore e produttore radiofonico Helson Hernández, l’opera, basata sulla celebre omonima opera teatrale di José R. Brene, ha musiche del compositore e pianista cubano Eralys Fernández, attualmente residente in Inghilterra, e libretto della giovane drammaturga Isabela Pérez de Morales Monné. La direzione musicale sarà assunta dal maestro Miguel Patterson, alla guida dell’Orchestra della Radiotelevisione Cubana.
Di per sé, l’anteprima è già un vero evento. Questa è la prima zarzuela cubana ad andare sul palco nel 21° secolo, ed è di altissimo livello.
Dobbiamo ammettere che il genere musicale teatrale, così coltivato nel XIX e XX secolo in Spagna e in altri paesi iberoamericani, con Cuba tra le sue sedi principali, ha cessato di interessare compositori e librettisti, ma non musicisti e cantanti che, nei loro repertori in concerto e ogni volta che possono sul palco, ricordano le pagine più brillanti del genere.
Sebbene in spazi così rappresentativi come il Teatro Real e il Teatro de la Zarzuela, solo tre o quattro nuovi titoli sono apparsi in Spagna nell’ultimo decennio. A Cuba nessuno.
Una possibile spiegazione di tale vuoto risiede nell’inclinazione – nemmeno troppo convinta ma più attraente – dei compositori a scrivere opere e non zarzuelas. Un altro motivo è che la zarzuela è vista attraverso il prisma di una recita riluttante a mettersi al passo con le trasformazioni della vita sociale e culturale degli ultimi tempi, che includono la prospettiva della globalizzazione, il predominio dei codici audiovisivi generati dall’egemonia dell’industria culturale e l’irruzione delle nuove tecnologie dell’informazione.
Il declino della zarzuela a Cuba, dove è stato evidente il mancato rinnovamento dei codici estetici, è accentuato dallo scollamento tra gruppi musicali e registi teatrali d’avanguardia (qualcosa è stato fatto nell’opera, ma insufficiente e occasionale), la disarticolazione tra compositori, orchestrali e il movimento lirico nazionale, e le carenze di una formazione completa e aggiornata intorno alla storia reale e alle prospettive del linguaggio scenico musicale delle nuove generazioni di cantanti, attori, musicisti, direttori d’orchestra, designer e drammaturghi, che genera lacune generazionali e torpore intellettuale.
Ma soprattutto per la mancanza di un programma istituzionale che ponga, come dovrebbe, la zarzuela cubana sul piano storico (con il recupero e la revisione dei titoli) come stimolo per nuove produzioni.
Il bengala di avvertimento è lanciato, mentre il pubblico attende Santa Camila, la cui origine risale all’opera di Brene nel 1962. La sua diffusione nel mondo, da allora venerato come uno dei testi fondamentali della drammaturgia cubana contemporanea, ha portato la firma del regista Adolfo de Luis; l’impulso dell’argentino Osvaldo Dragún, maestro di Brene; e l’indimenticabile interpretazione di Verónica Lynn, arrivata al ruolo su suggerimento di un’altra indimenticabile attrice, Gilda Hernández.

 

Articolo originale: Nueva zarzuela a la vista, ¿el fin de la decadencia? – Granma