Guerre mediatiche: passato e presente dal Vietnam e Cuba ai giorni nostri

Il 5 ottobre scorso, presso il Polo del ‘900 a Torino, si è svolto un incontro molto interessante sul tema della guerra mediatica, ovvero sul ruolo e sull’influenza esercitata dall’informazione sull’orientamento delle politiche a tutti i livelli, un fenomeno di drammatica attualità di cui è sempre più urgente imparare a riconoscere e decodificare le caratteristiche.
Organizzato dal Centro Studi Italia Cuba e da ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti) grazie al supporto del CSC (Coordinamento di Solidarietà con Cuba), l’evento ha avuto due relatori d’eccezione: il professor Angelo D’Orsi (ordinario dell’Università di Torino, docente di Storia del pensiero, delle culture e delle ideologie politiche, giornalista e saggista) e il prof. Salim Lamrani (giornalista e scrittore francese, docente all’Università di La Reunion e Parigi-Descartes), esperto di Cuba e dei rapporti con gli Stati Uniti.
Fulvio Albano, presidente dell’Asia Economic and Cultural Council e in rappresentanza del Consolato del Vietnam in Torino, ha portato il saluto della Console Onoraria Sandra Scagliotti.
Piero Guarini del Centro Studi Italia Cuba e Guglielmo Pellerino del Centro Studi Vietnamiti hanno introdotto e moderato la serata.
E proprio dal Vietnam ha preso spunto la conferenza: Fulvio Albano ha ricordato come la guerra del Vietnam, che durò vent’anni a partire dal 1955, sia probabilmente stata tra le prime occasioni dell’era moderna in cui l’informazione abbia giocato un ruolo fondamentale in virtù dell’allora crescente diffusione e influenza della televisione.
Il prof. Lamrani, ripercorrendo la storia di Cuba a partire dall’inizio del ‘900 e fino ai giorni nostri, ha sottolineato come l’ostilità degli Stati Uniti nei confronti dell’Isola e i pretesti atti a giustificarla non siano mai venuti meno e, semmai, abbiano subito qualche “evoluzione” per adattarsi ai diversi momenti storici e politici, assumendo talvolta connotati grotteschi che, se non fossero stati drammatici, sarebbero stati ridicoli per gli effetti che hanno sempre provocato sulla popolazione cubana.
Il prof. D’Orsi ha quindi tracciato un’analisi chiara e lineare sul peso che l’informazione ha avuto a partire dal momento in cui i media hanno assunto il connotato moderno che oggi li caratterizza. Ripartendo dal Vietnam, il prof. D’Orsi ha sostenuto che, anche se quell’occasione non fosse esattamente il primo caso in cui si fece sentire l’influenza mediatica, costituì sicuramente lo spartiacque per ciò che riguarda l’uso dei media nella politica, come dimostra la convinzione ancora oggi diffusa negli Stati Uniti secondo cui quella guerra fu persa perché gli USA furono “costretti a combattere con una mano legata dietro la schiena”, intendendo per “mano legata” una stampa troppo critica verso le decisioni e le azioni intraprese dal governo in quegli anni.

Questa la registrazione integrale dell’evento.