La mia Cuba

Cuba è povera

Cuba è povera. E’ molto povera. Povera al punto che vedi gente abitare in costruzioni che pensavi abbandonate. Ti fermano per la strada, ti chiedono ti tutto: olio, sapone, carta, penne. Questa è La Havana. E poi rifletti: questi non hanno niente, eppure se lo dividono. A me hanno insegnato che se dividi lo zero in cento parti, ottieni sempre zero. Ebbene, qui la matematica ha fallito! E penso a come sarebbe diversa la loro vita senza l’embargo. Anche volendo, non ci sono risorse a sufficienza per garantire a tutti di mangiare carne tutti i giorni (ma fa veramente bene?). Ma se potesse arrivare da fuori? O se vietassero a me turista il consumo di carne, ce ne sarebbe per questa gente? Non credo. Credo che però, se non ci fosse l’embargo, i conti della matematica mi tornerebbero, e questa gente non si dividerebbe più zero ma molto di più! Non so se sia l’effetto del “Ron”, comunque, nonostante tutto, continua a ripresentarsi nella mia testa un’immagine: noi appena arrivati a La Havana che fumiamo di sera, davanti casa di un ragazzo. Lui che esce, sotto la pioggia e ci porge due sedie, per farci accomodare. Beh, questo non nasce dal niente. Forza Cuba, Hasta la Revolution.

Carmine Russo, 2016, La Habana