La mia Cuba

Plaza de Armas

Me ne stavo seduta su una panchina in Plaza De Armas cercando di agganciarmi al WiFi, che qui non è tanto raro, quanto sembra vada a pedali, e ovviamente lo paghi a tempo. Ad ogni modo, a un certo punto mi sento battere sulla spalla e sento un “Hola!”. Alzo la testa dal cellulare e vedo queste due bambine, una delle quali ha da poco perso gli incisivi da latte e sta già mettendo su quelli definitivi. Mi sorride e inizia a parlare, mangiandosi le parole come solo i cubani sanno fare: “Io e la mia amica … … …, ci fai una foto per favore?”, questo è quello che sono riuscita a capire, che, mi rendo conto, non è molto. Così, intimidita da queste due bimbette disinvolte e sicure del fatto loro, balbetto qualcosa tipo: “No entiendo, desculpame”. Lei si rabbuia all’istante e replica con un semplice: “Ah”, che racchiude tutta la sua delusione. L’altra bambina invece mi guarda, mi sorride e mi prende per un braccio, portandomi 10 metri più in là, dove finalmente capisco: lei e la sua amica avevano disegnato un cuore per terra, raccogliendo le foglie cadute, e volevano che io avessi e conservassi una foto di loro e del loro cuore. Ho sorriso ad entrambe, che hanno iniziato a girare intorno alla loro creazione per trovare la posa migliore.
Quanto adoro i bambini e la loro spensieratezza, e quanto è bello questo Paese.
Giulia Mezzacappa, marzo 2017, presso Plaza de Armas, La Habana