Naturaleza secreta de Cuba

Un incontro dedicato alla scoperta di Cuba, del suo territorio e del suo ambiente naturale. Venerdì 15 febbraio si è svolta a Palazzo delle Albere, a Trento, la conferenza dal titolo: “Naturaleza secreta de Cuba: ambiente, parchi e cambio climatico. Un Paese capace di programmare il suo futuro”. Al tavolo dei relatori Piercarlo Porporato del Centro Studi Italia-Cuba, membro del CUALC (Comitato Università di Torino America Latina-Caraibi-Cuba), videomaker e fotografo; Franco Tessadri, presidente dell’Associazione Ambientalista Mountain Wilderness e Francesco Rovero, ecologo ed esperto di biodiversità tropicale, ricercatore e docente presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze nonché collaboratore del Muse di Trento.

Protagonista della serata l’enorme ricchezza naturalistica di Cuba che, con quattordici Parchi Nazionali, venticinque Riserve Ecologiche, sei Riserve della Biosfera, sei siti RAMSAR e dieci siti Patrimonio dell’umanità UNESCO, dal 1959, anno della Rivoluzione, pone l’ambiente al centro della programmazione politica e legislativa allo scopo di preservare e proteggere il proprio territorio e la fauna che lo abita, una necessità oggi, nell’emergenza dei cambiamenti climatici in atto, risulta ancora più urgente.

Un approccio politico strategico ispirato dal pensiero del leader storico della Rivoluzione Fidel Castro Ruz, come da lui stesso spiegato nel discorso al Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 12 giugno 2017:  “Una importante specie biologica è a rischio di scomparsa a causa del rapido e progressivo deterioramento delle sue condizioni di vita: l’uomo…”.

La proposta cubana per la preservazione dell’ambiente costituisce una priorità di alto livello al pari dei settori dell’economia, della salute e dell’istruzione. E’ articolato in programmi progressivi con orizzonte temporali diversi a 5, 10, 20, 50 e 80 anni con piani concreti che già identificano le aree fisiche di intervento.

Il problema è affrontato con la consapevolezza che, con gli attuali ritmi di distruzione dell’ecosistema, nel 2050 saranno necessari l’equivalente di “due Terre” per il fabbisogno delle risorse di sopravvivenza dell’uomo, e nel 2100 ne serviranno quattro.

La tesi del cambiamento climatico attribuito alle attività dell’uomo che, direttamente o indirettamente, alterano la composizione dell’atmosfera sommandosi alla variabilità naturale del clima si fonda sull’osservazione metodica dei fenomeni su periodi di tempo significativi di 30 anni.

Le strategie per diminuire la vulnerabilità generale agli impatti del Cambio Climatico per quanto riguarda l’uomo prevedono azioni mirate a moderare i danni o a sfruttare opportunità benefiche. In alcuni sistemi naturali, l’intervento umano facilita la regolazione del clima ed i suoi effetti. Studi e soluzioni hanno identificato soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra senza compromettere lo sviluppo economico e sociale. Queste comprendono le azioni per l’assorbimento dei gas serra (rimozione netta); l’assorbimento di CO2 in soluzioni biologiche come le foreste o la cattura di CO2 in depositi sotterranei o nell’oceano.

Le ricerche furono avviate nel 1991 e si intensificarono dopo gli uragani Charley e Ivan che colpirono l’Occidente del paese nel 2004. A partire dal 2007 la priorità delle ricerche fu orientata alla riduzione del pericolo di vulnerabilità e rischio territoriale.

Nel febbraio del 2011 il Consiglio dei Ministri approvò una direttiva elaborata a partire dai risultati scientifici e dalle raccomandazioni dei progetti.

Gli studi confermano che il clima sta diventando sempre più caldo ed estremo. La temperatura media annuale è aumentata di 0,9 gradi a partire dalla metà del secolo scorso e ha comportato anche la grande variabilità dell’attività ciclonica che, a partire dal 2001, ha colpito Cuba con nove uragani molto intensi, un fatto senza precedenti nella storia.

Il livello della pioggia è cambiato, a partire dal 1960, influendo significativamente sulla siccità, e il livello medio del mare è aumentato di 6,77cm. Le inondazioni costiere causate dall’innalzamento del livello del mare (che potrebbe raggiungere i 27cm nel 2050 e gli 85 nel 2100) potrebbero progressivamente erodere la superficie del paese in aree costiere basse, e aumentare la salinizzazione delle falde acquifere sotterranee a causa dell’avanzamento delle cosiddette «dune saline».

La prima e più importante azione strategica di contromisura è costituita dalla riduzione – nient’affatto banale e scontata – di nuovi insediamenti abitativi nelle zone costiere minacciate o in quelle di cui si prevede la scomparsa a causa di inondazioni permanenti. Altre soluzioni sono l’adattamento delle attività agricole e zootecniche di maggior impatto per la sicurezza alimentare e un uso del suolo in funzione delle nuove condizioni, quindi la pianificazione e la riorganizzazione urbana degli insediamenti in armonia con le possibilità economiche del paese, ovvero procedere progressivamente cominciando con misure di costo inferiore come le soluzione naturali (recupero delle spiagge e rimboschimento).

Un’attenzione particolare del piano è rivolta a garantire la disponibilità e l’uso efficiente dell’acqua per combattere la siccità. Sono previste soluzioni tecnologiche per il risparmio e la soddisfazione delle richieste a seconda delle zone del territorio nazionale.

Anche il rimboschimento è un aspetto molto importante, mirato a garantire la massima protezione del suolo e dell’acqua sia in termini di quantità che di qualità. Il primo tipo di rimboschimento da affrontare è sicuramente quello a mangrovie delle coste più colpite. Successivamente occorre arrestare il degrado ripristinando e conservando la barriera corallina, e proteggere le spiagge urbanizzate ad uso turistico. Anche la regolamentazione della pesca è importante ai fini di salvaguardare le specie che favoriscono i coralli.

Le informazioni raccolte negli studi costituiscono le linee guida degli organismi che prendono le decisioni come l’OACE (Órganos de Administración Central del Estado), l’OSDE (Organización Superior de Dirección Empresarial), l’EN (Empresa Nacional), il CAP (Consejos de Administración Provincial) e il CAM (Consejos de Administración Municipal). Tutti questi operatori svolgono il compito di mettere in atto e monitorare le misure di adattamento e mitigazione del Cambio Climatico secondo le politiche, i programmi, i piani e i progetti relativi a sicurezza alimentare, energie rinnovabili, efficienza energetica, organizzazione territoriale e urbana, pesca, agricoltura, sanità, turismo, edilizia, trasporti, industria e gestione delle foreste.

Obiettivi di questo tipo non sono raggiungibili senza poter contare su una grande consapevolezza della popolazione, e infatti il piano attribuisce molta importanza alle misure e alle azioni mirate ad aumentare la percezione del rischio, la conoscenza e il grado di partecipazione della popolazione in relazione al Cambio Climatico attraverso la diffusione di una cultura specifica.

La stessa cosa vale anche per ciò che riguarda gli aspetti economici per la gestione delle risorse internazionali provenienti dai finanziamenti per il clima a livello mondiale e regionale.

Questa in particolare è la distribuzione dei compiti tra i vari diversi operatori:

* La OACE, i CAP e i CAM incrementeranno il numero e la qualità dei presidi di attuazione del sistema di ispezione e controllo ambientale in base alle attività e alle priorità del piano di Stato.

* Il CITMA (Ministero della Scienza, Tecnologia e Ambiente) richiederà alle OACE, alle OSDE la pianificazione e l’esecuzione degli investimenti necessari a seconda della “Tarea 1”.

* Il CITMA, continuativamente e in conformità ai cicli del Piano dell’Economia coordinerà con le OACE, le OSDE, le EN e i CAP gli aiuti richiesti, le cifre di investimento e le fonti di investimento, e avvierà i meccanismi di finanziamento. Revisionerà e aiuterà con il MEP (Ministerio de Economía y Planificación) e con il MFP (Ministerio de Finanzas y Precios), aspetti metodologici e cifre annuali perchè corrispondano.

* Le OSDE, le EN, i CAP e i CAM, intensificheranno l’azione e iniziative per ottenere alternative di finanziamento interni ed esterni per sostenere il Piano di Stato. Si incrementerà il lavoro con il Fondo Mondiale per l’Ambiente, il Fondo Verde per il Clima per ottenere altri aiuti finanziari internazionali disponibili e le fonti bilaterali.

Nel corso dell’incontro è stato proiettato il videoclip prodotto dall’emittente televisiva cubana Mundo Latino e realizzato dal gruppo ecologista “Cubanos en la Red”.

Qui di seguito è anche possibile scaricare le due presentazioni illustrate nel corso della conferenza:
Naturaleza Secreta de Cuba
Piano di mitigazione del Cambio Climatico a Cuba